Passaggi di confine e altri saggi di Ernst Jünger
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07
Mar, Mag

Passaggi di confine e altri saggi di Ernst Jünger

Il senso della vita
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Passaggi di confine e altri saggi di Ernst Jünger
Passaggi di confine e altri saggi di Ernst Jünger

 

Se si ha l’opportunità di camminare adiacenti ad un cannetto, con il sole alle spalle, si noterà che il pennacchio che, lievemente oscilla al vento, ricorda nel vago una coda di un pavone.

Un irrigatore spruzza acqua in un campo: forma un arco l’acqua che vi fuoriesce. La parte terminale dell’arco la intuiamo, spesso, ma non riusciamo a vederla. Notiamo solo che gli spruzzi si adagiano sul terreno in modo invisibile. Possiamo semmai avvertirli sul corpo, passando! Spesso si noterà che insieme col fascio d’acqua compare un arcobaleno.

Guardiamo ad un cipresso. Si erge alto, affusolato, se non vi è il sole ed il tepore, ha un che di severo. In Portogallo, guardando i musei ed i dipinti di uomini troviamo che molti di loro, alti, magri, fieri, dignitosi potrebbero essere il corrispettivo del cipresso nel mondo umano così come talvolta vi sono volti così perfettamente tondeggianti e pieni da ricordarci la luna piena…

Il mondo par corrispondersi in chi esercita il proprio sguardo a ricercare le tipologie, gli stampi originali che hanno dato vita al mondo delle rappresentazioni. Uno può divertirsi nel vedere i tipi nelle forme ed i nomi assegnati… Un mondo di similitudini non tarda ed esita a comparire.

A questa ricerca si può accompagnare quella dei ritrovamenti di segni, segnali, archetipi, rune in ciò che ci circonda. Ecco che un apparente mondo silente avrà molto da raccontarci e comunicare.

Chi, come un ricercatore spirituale, si appresta a guardare al mondo e delle sue forme e delle sue dinamiche non tarderà a trovare infiniti non solo messaggi, ma nuovi mondi e un nuovo modo di accostarsi al mondo e percepirlo. Un mondo che contiene una scintilla divina.

La mente non deve essere affastellata di problemi, pensieri, ma libera, sgombra. Occorre presenza d’essere e l’occhio e lo sguardo allenato. Bisogna in ogni avvenimento essere un passo indietro, porsi prima di tutto come osservatori distaccati e tentare di prendere appunti, compilare un diario di ciò si vede.

Se si concepisce la presenza di Dio vivente, non tarderà a manifestarsi.

Anche nei sogni possiamo usare la stessa tecnica. Avere un taccuino vicino al letto, un registratore per imprimere ciò che velocemente svanirà.

L’opera di Ernst Jünger può essere letta pure in questo modo. È stato tradotto di recente e curato da Cinzia De Simone per ed. Porto Seguro “PASSAGGI DI CONFINE e altri saggi di Ernst Jünger” il video di quest’oggi è su tale opera molto enigmatica in molteplici aspetti che rivela uno Jünger visionario.

Vi invitiamo alla lettura del testo ed a elaborare la vostra interpretazione delle pagine tradotte, ma anche a leggere le altre opere di Jünger perché in questo libro tradotto si trovano temi portanti del pensiero Jungheriano rielaborati in continuazione nel corso della sua esistenza centenaria.

Quello che possiamo notare di Ernst Jünger è una costante ricerca ed avvicinamento al reticolo sostanziale che anima le nostre esistenze.

Il desiderio di condividere col lettore l’impalpabile presenza di Dio che non è assente neppure nel sonno e nei sogni di chi l’accoglie e ne fa il suo ambito di ricerca suprema ed ecco che il ricercatore spirituale con lentezza si trasmuta nello spirituale…

Nel testo e video proposto vi sono vari temi che vengono toccati… Noi con questa scrittura faremo da accompagnamento con qualche passaggio tratto da altre opere del Maestro di Wilflingen, ma che sempre fanno e sono in riferimento al presente volume.

PESCI VOLANTI
Steglitz
“Invano, ma non senza divertimento, frugando con le mani in una vasca tentavo di ghermire piccoli e mobilissimi pesci di un blu madreperlaceo. Quando non potevano più sgusciare via dalla mia presa, affioravano sopra il pelo dell’acqua e svolazzavano graziosamente intorno alla stanza, muovendo come ali le loro minuscoli pinne. Dopo aver descritto in aria molteplici curve, si rituffavano in acqua. Questo loro mutare di elementi aveva qualcosa d’incredibilmente allegro”.

“VISITA ESTRANEA
Lipsia
Dormivo in una vecchia casa, e fui destato da una serie di strani suoni la cui eco ronzava come un nasale dang, dang, dang. I suoni mi allarmarono subito moltissimo. Balzai su e con la testa paralizzata corsi intorno al tavolo. Quando affarai la tovaglia e la tirai, si mosse. Allora ne fui certo: non è un sogno, tu sei sveglio. Crebbe la mia angoscia, mentre il dang, dang risuonava sempre più rapido e minaccioso. Esso proveniva da un segnale d’allarme che vibrava nascosto nel muro. Corsi alla finestra e gettai uno sguardo nel vicolo angusto incassato nel profondo pozzo formato dalle case; sopra, scintillava la coda dentellata di una cometa. Di sotto c’era un gruppo di persone, uomini con alti cappelli a punta, donne e ragazze, tutti vestiti in maniera antiquata e sciatta. Pareva che fossero usciti proprio allora dalle case riversandovi nel vicolo; l’eco delle loro voci saliva fino a me. Udii la frase: "L’estraneo è di nuovo in città".

Quando mi voltai, qualcuno era seduto sul mio letto. Volevo saltar giù dalla finestra, ma ero inchiodato al pavimento. La figura si alzò in piedi lentamente e mi guardò fisso. I suoi occhi ardevano, e quanto più penetrante era il loro sguardo tanto più si facevano immensi, assumendo così un carattere di orrenda minaccia. Nell’istante in cui la loro grandezza e il loro rosso fulgore divenivano insopportabili, esplosero in una colata di scintille, come se carboni incandescenti schizzassero, frantumandosi, attraverso una griglia. Rimasero soltanto le nere occhiaie carbonizzate: l’assoluto nulla che si nasconde dietro l’ultimo velo del terrore”.

“Che cosa è mancato, dunque - a parte il fatto che ho sentito tale assenza in ogni altra plaga del mondo? È mancato, penso, colui che conosce la strada: un uomo esperto. Mi avrebbe risparmiato molti giri viziosi. L’uomo esperto può farsi avanti come compagno di scuola o compagno d’armi, come zio, insegnante, condottiero, meglio ancora come uno sconosciuto ai margini della società - in ogni caso, come uno legato a te in una sorta di congiura. Non è il guru dell’alta sapienza, ma uno che sa tante cose, che conosce per esperienza la banale pratica della vita. Può essere un fallito - forse un ospite di cui i tuoi genitori diffidavano e contro il quale ti avevano messo in guardia, subodorando che egli non condivideva le loro massime morali e sociali, o che persino le derideva”.

Trasformarsi in martiri all’interno di una società che fa acqua da tutte le parti è una sciocchezza, non è un atto eroico.

Ora una conversazione tra un prof. entomologo ed il nostro scrittore:

Pematang Siantar, 23 aprile 1986
Il professore riteneva doveroso affrettarsi a descrivere e a registrare le diverse specie, poiché in seguito alla rapida distruzione delle foreste esse sono condannate a estinguersi presto, e potremmo trovarle solo nei musei. La sua prognosi è sfavorevole. “La tutela della natura, quale che sia la specie che essa intende conservare, può avere un senso soltanto se manteniamo infatti gli spazi vitali. Ciò è possibile a condizione che la popolazione mondiale non cresca, e non aumenti il suo benessere materiale. Poiché nel Terzo Mondo dobbiamo fare i conti con un incremento che per molto tempo sarà inarrestabile, la distruzione non può essere frenata. Ogni nuovo nato ha bisogno di uno spazio vitale, e ciò si risolve, in ultima analisi, anche se egli vive in città, a spese della natura. Soltanto se l’esplosione demografica viene immediatamente bloccata è possibile salvare la foresta tropicale. La distruzione delle foreste tropicali provoca l’estinzione completa di nove decimi di tutte le piante e di tutti gli animali, molti dei quali non sono mai stati descritti. La tutela della specie significa tutela degli spazi vitali, e nient’altro”.

A conferma di queste parole, anch’io ho potuto raccogliere personalmente tutta una serie di esperienze, purtroppo, e non solo nei Tropici ma anche in patria. In molti Lander, la tutela della natura è affidata per competenza al Ministero dell’Agricoltura, che è come affidare la pecora al lupo. Ho potuto osservare la progressiva scomparsa delle diverse specie durante i pochi decenni che ho trascorso a Wilflingen.

Mi domando, in proposito, se questa distruzione non sia qualcosa che intacca appena l’epidermide della realtà, malgrado la sua estensione. Come in una marea sizigiale, si sovrappongono diversi cicli: in primo luogo, quello del cesarismo, così come l’ha descritto Spengler. I nuovi cesari sono i lavoratori. Poi, l’ingresso in un altro segno zodiacale. Attraverso l’esperienza dell’umanità ne conosciamo tre: il Toro, l’Ariete, i Pesci, che lasciano di sé una stupefacente impronta nello sviluppo storico. Sul precedente, i Gemelli, è possibile costruirsi una teoria, sulla base delle diverse interpretazioni dello stile architettonico antecedente alle Piramidi. Al segno che sta per cominciare, all’era universale dell’Aquario, viene attribuita un’immensa influenza spiritualizzante, che si annuncia dapprima in senso distruttivo, come un livellamento. Il disboscamento delle foreste, la loro trasformazione in steppe e in deserti, ne è, fra l’altro, uno dei sintomi. La sventura è prevista ma non si fa nulla per scongiurarla. Una cosa suscita soprattutto timore: là dove si prendono decisioni, viene scelta quella che provoca il massimo possibile di distruzione. Poi, finalmente, il ritorno di molti milioni di anni, un passo dopo l’altro, insieme con altri climi e nuove stirpi di animali: la terra cambia pelle. Non mancherà la caduta degli dei, abbattuti dai prometeidi che porteranno su dagli abissi un nuovo fuoco.

La maggior parte del lavoro di cui viviamo è anonima, la più importante è addirittura trascendente.

Quando una parola desta l’inquietudine, si tratta più di un segnale che di un preciso segnavia. Il segnale si espande per cerchi concentrici, come gli anelli attorno ad una pietra gettata nell’acqua. Dove annuncia un pericolo, come il semaforo rosso ad un incrocio o un leggero malessere organico, tutto è possibile: ci si può aspettare di tutto, tutto si può temere, nel peggio dei casi la morte.

Ogni svolta è preceduta da un segnale. Prima che precipitasse la valanga, si sono staccate le pietre. Il meteoropatico ha avvertito il disastro che si avvicinava prima che alcunché si rendesse percepibile alla vista o all’udito. Forse il nitore era più acuto del solito, o il suono si propagava in una lontananza più grande. Ma queste erano circostanze concomitanti all’evento climatico, o conseguenze di esso.

Una previsione non è una profezia, dal momento che la di può confermare o respingere attraverso la misurazione. Si muove entro i limiti del calendario e del tempo misurabile, mentre il profeta non si regola secondo le date, ma stabilisce egli stesso. È questo accade senza che egli lo voglia, o contro la sua volontà. Accade.

Nessuna religione può fare a meno di apparizioni. La loro forza determina la durata dei culti. Non vi è nulla che possa scuotere il Sinai. Certo poi, nel corso della storia, vengono ulteriori rinnovamenti, come ad esempio la visione della pastorella. Sarà motivo di pellegrinaggi. Accanto alla realtà storica ve ne è anche una bucolica, dove risiede Pan.

Se si pensa alla linea Mosé - Paolo - Lutero sembra che gli incontri si facciano più deboli. A Patmo Giovanni vide ed udì più intensamente che Paolo a Damasco. Egli era “proprio nel centro”. In modo simile Ezechiele.

La velocità della luce è la massima che la fisica sia riuscita a misurare. Ma non raggiunge quella del pensiero. Lo spirito non ha bisogno di anni luce per andare su Sirio…

Mentre il profeta può prevedere eventi futuri senza prendervi parte, nei salti di tempo colui che percepisce il futuro, vi si muove egli stesso, vi partecipa con la propria persona. Ciò che viene riferito dalle previsioni avute con salti di tempo è immutabile, irrevocabile, come tutto ciò che è già accaduto. È già memoria.

Passaggi di confine sono escursioni ai confini della conoscenza e del mondo animato ed inanimato, e fino al regno dei sogni e dei morti. La conoscenza porta alla questione del valore di quanto può essere conosciuto. Ma mentre si fa buio, si accende la speranza. Le fanno seguito feste di luce.

VIDEO. Ernst Jünger: "Passaggi di confine e altri saggi di Ernst Jünger". Con Cinzia De Simone

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

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