La dissoluzione del nomos nel diritto, economia, politica e salute
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Dom, Mag

La dissoluzione del nomos nel diritto, economia, politica e salute

Il senso della vita
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La dissoluzione del nomos nel diritto, economia, politica e salute
La dissoluzione del nomos nel diritto, economia, politica e salute

 

cantare fa bene allo spirito, lo rende leggero e aiuta il corpo, lo smuove e lo rende libero di esprimersi, se non si è dei repressi cronici!

Ecco due testi di Bennato che soffrono del tempo, ma paiono ancora fare al caso nostro, a calzare a pennello! Non abbiamo neppure avuto bisogno di andare dalla sarta a farci fare il vestito su misura e le correzioni!

A la sarta! Bei tempi! Ora il pret a porter…! E la musica giunge…

Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
Se ci ascolti per un momento, capirai
Lui è il gatto, ed io la volpe, siamo in società
Di noi ti puoi fidar
Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai
I migliori, in questo campo siamo noi
È una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai
Che non ti pentirai
Noi scopriamo talenti e non sbagliamo mai
Noi sapremo sfruttare le tue qualità
Dacci solo quattro monete e ti iscriviamo al concorso
Per la celebrità
Non vedi che è un vero affare
Non perdere l'occasione se noi poi te ne pentirai
Non capita tutti i giorni
Di avere due consulenti
Due impresari, che si fanno
In quattro per te
Avanti, non perder tempo, firma qua
È un normale contratto, è una formalità
Tu ci cedi tutti i diritti e noi faremo di te
Un divo da hit parade
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai
Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi
Lui è il gatto ed io la volpe, siamo in società
Di noi ti puoi fidar…

e poi Mangiafuoco:

Non si scherza, non è un gioco
Sta arrivando Mangiafuoco
Lui comanda e muove i fili
Fa ballare i burattini
State attenti tutti quanti
Non fa tanti complimenti
Chi non balla o balla male
Lui lo manda all'ospedale
Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai
Se si accorge che il ballo non lo fai
Allora sono guai e te ne accorgerai
Attento a quel che fai, attento ragazzo
Che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara pazzo!
C'è un gran ballo questa sera
Ed ognuno ha la bandiera
Marionette, commedianti
Balleranno tutti quanti
Tutti i capi di partito
E su in alto Mangiafuoco
Mangiafuoco fa le scelte
Muove i fili e si diverte
Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai
Se si accorge che il ballo non lo fai
Allora sono guai e te ne accorgerai
Attento a quel che fai, attento ragazzo
Che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara pazzo!
C'è una danza molto bella
Tra Arlecchino e Pulcinella
Si riempiono di calci, si spaccano le ossa
Mangiafuoco sta alla cassa
Mangiafuoco fa i biglietti
Tiene i prezzi molto alti
Non c'è altro concorrente
Chi ci prova se ne pente
Ma se scopre che tu i fili non ce l'hai
Se si accorge che il ballo non lo fai
Allora sono guai e te ne accorgerai
Attento a quel che fai, attento ragazzo
Che chiama i suoi gendarmi e ti dichiara
E ti dichiara pazzo!Pazzo!

E tra una metafora e l’altra, tra un gioco di parole e un altro, chi non si sente un po’ braccato dal gatto e dalla volpe e un po’ costretto ad essere una marionetta? Certamente le due canzoni devono essere interpretate in maniera estensiva e lata.

Ma quanti contratti siamo invitati a firmare costantemente? Cambiare, cambiare, cambiare! Cambiare gestore telefonia, Enel, gas! Un invito costante! Offerte, offerte, offerte lampo! Da non perdere! Altrimenti te ne pentirai! Non perdere l’occasione! E mi raccomando arriva Mangiafuoco! Comportati a modino!

Ed ecco con un clima tra l’ilare, l’umoristico e l'istrionico, in questi anni di pandemia e pandemonio, abbiamo tutti perso un pò la testa, ammesso di averla mai avuta! E dov'è? Sul collo? Ma no! Siamo tutti un po’ scavezzacollo… No, no, non si preoccupi non dico di certo a Lei! Lei no! È una persona seria e rispettabile! Lo sappiamo tutti…! Non si offenda! Non si offenda, per favore!

Ma di questi tempi si sente molto parlare di diretti lesi, tutti hanno un diritto che non è stato rispettato, ma non conosciamo e riconosciamo più cosa sia il diritto, la legge, la costituzione ed il diritto comparato. Il video che sottoponiamo alla vostra attenzione, parla di oggi, ma iniziando col ricostruire il nostro passato per comprendere il nostro momento storico. Il video che Vi sottoponiamo, come base di una riflessione, attraversa in modo discorsivo il tema: La dissoluzione del nomos nel diritto, economia, politica e salute. Dal governo rappresentativo alla governance: dalla forma stato alla forma di mercato.

Ad aprire e solcare, attraversare a vele spiegate, questo vasto tema, questo oceano è Carlo Amirante. Il tema è talmente ampio che nel corso del lungo video Carlo Amirante non è potuto scendere più di tanto nello specifico.

Carlo Amirante classe 1936, illustre studioso del diritto costituzionale italiano e comparato. In effetti, ciò che caratterizza ben più di sessant’anni di impegno e di ricerca di Carlo Amirante è la convinzione, confermata da ripetuti soggiorni all’estero, che il diritto costituzionale per non essere ridotto a mera scienza accademica, asettica e lontana dalla realtà, o se si preferisce a law on the books, ha bisogno di un confronto continuo con le esperienze politiche ed istituzionali e con gli studiosi di altri Paesi, indispensabili per cogliere peculiarità ed elementi comuni all’ordinamento costituzionale in esame. Molteplici - pertanto- i soggiorni prolungati in Germania ed i altri paesi del mondo ed i continui convegni internazionali, mondiali a cui ha preso parte Carlo Amirante oltre ad intensi rapporti scientifici e politico culturali con molteplici istituzioni che gli hanno reso possibile comporre una vasta letteratura scientifica. Carlo Amirante è stato docente in vari prestigiosi atenei del nostro Paese e all’estero.

Per smuovere una curiosità, si spera, nell’ascolto del video, dove in modo spigliato, da parte del nostro ospite, verranno dette tante verità che normalmente restano nell’ombra, riportiamo una frase dal discorso di Mario Monti ripresa come citazione da Carlo Amirante in un suo testo. La citazione viene da un discorso del Presidente del Consiglio Mario Monti, riportato dai giornali italiani e stranieri il 5 Agosto 2012, una citazione che si deve allo stimolante saggio di G. Zagrebesky, Contro la dittatura del presente. Perché è necessario un discorso sui fini.

"Il miglior Governo? Quello senza voti. I voti non giovano… I Governi non devono farsi condizionare dai rispettivi parlamenti" che sono elementi della "dissoluzione psicologica dell’Europa" dove "allignano sentimenti antieuropeisti".

Ma se attualmente il diritto si sta dissolvendo ed in realtà non solo il diritto, ma il suo linguaggio ed il linguaggio a tout court, dal momento che non sappiamo più parlare, leggere, scrivere e comunicare e sapere l’esatto significato e provenienza dei termini, un altro diritto totalmente dimenticato, è uno dei primi diritti che abbiamo avuto: quello delle tavole dei 10 comandamenti. Pare che l’uomo, necessiti delle leggi per vivere con gli altri, abbia necessità di un ordinamento, così come di una disciplina interiore, se desidera rispetto e porgerlo a sua volta.

Se il professore Amirante ci introduce al diritto della legge degli uomini noi riportiamo alla vostra cortese attenzione un testo che si chiama Sillabo ovvero sommario dei principali errori dell’età nostra che sono notati nelle allocuzioni concistoriali, encicliche ed altre lettere apostoliche del SS. Signor Nostro Pio Papa IX. Il testo è a cura di Gianni Vannoni.
Vi riportiamo l’introduzione in modo parziale.

Il Sillabo nel quadro del suo tempo

Nel dicembre del 1864, mentre l’Italia è percorsa da ripetute scosse di terremoto, Roma trabocca di esuli legittimisti, aristocratici o popolani, giunti da Modena, da Firenze, da Napoli, e di giovani francesi, belgi, spagnoli, irlandesi, sbarcati a Civitavecchia per raggiungere le bande borboniche che combattono a sud, o per arruolarsi tra i "mercenari" del Papa - Re. Essi testimoniano di un altro terremoto, di un sommovimento di vastità incalcolabile, che porta alla scissura tra religione e società, tra la politica ed il sacro, e all’emersione di una entità nuova, fino allora avvolta nelle bende delle molteplici e labirintiche società segrete formicolanti in Europa.

È una insurrezione violenta e generalizzata, servita da abili diplomatici e finanzieri, contro la "gente santa" e il "regale sacerdozio". I sovrani legittimi degli Stati italiani sono depredati del loro patrimonio, spogliati del potere esercitato per diritto divino. Nessuna dichiarazione di guerra, ma violenza sovversiva, sanzionata dai "plebisciti". Anche il patrimonio di San Pietro viene calpestato e lacerato; il Pontefice non deve più essere Re, ciò non si addice alla sua dignità "spirituale": il trono va separato dall’altare. Ma Pio IX risponde, alto e fermo, non possumus. Nella enciclica del 19 gennaio 1860 dichiara di "non poter Noi abdicare alla pontificia Nostra autorità sulle dette province dell’Emilia senza violare i solenni giuramenti dai quali siamo legati, senza provocare lamenti e agitazioni nelle nostre altre province, senza recare offesa a tutti ì cattolici, e, finalmente, senza indebolire i diritti, non solo dei Principi italiani che furono ingiustamente spogliati dei loro domini, ma quelli ancora dei Principi di tutto l’orbe cristiano, i quali non potrebbero vedere con indifferenza prevalere alcuni perniciosissimi principi"...

Parallelamente a questo processo di organizzazione si svolge la battaglia delle idee, e si tirano le fila dell’insegnamento pontificio in materia teologico-politica.

L’8 dicembre 1864 Pio IX promulga l’enciclicaa, Quanta cura con la quale "riprova, proscrive e condanna" la teoria della sovranità popolare ed altre "false e perverse opinioni". Insieme all’enciclica viene stampato un sommario (syllabus) dei "principali errori dell’età nostra" già condannati in documenti precedenti. Il Sillabo, ove sono affastellate proposizioni panteiste, naturaliste e razionaliste, latitudinariste e giurisdizionaliste, socialiste e protestanti che, comuniste e liberali, fa lo stesso curioso effetto, nel suo aspetto un po’ eteroclito, delle milizie pontificie, ove accanto al romagnolo si trova lo svedese, il francese col ciociaro, il russo e l’olandese insieme ai canadesi e gli austriaci. Ciò è dovuto a cause contingenti, che per quanto problematiche possano essere, non debbano impedire di cogliere, al di sotto delle forme cangianti, l’unità intrinseca e sostanziale. Per proseguire nella metafora, si potrebbe dire che i "mercenari" sono tutti a servizio del Papa- Re, mentre le proposizioni elencate cospirano tutte, sul piano della visione del mondo, alla separazione del trono e dell’altare. Se si vuole rintracciare il filo conduttore, che lega un fascio così vario di opinioni, esso va cercato, a nostro avviso, in quelle due parole, nostrae aetatis, che spiccano sul frontespizio del Sillabo, e pongono il problema di una periodizzazione storica. Durante il pontificato di Pio IX (1846-1878) non mancarono "ispirati" e santoni, da Giuseppe Mazzini a Davide Lazzaretti, che proclamavano l’avvento imminente di una nuova era, tutta popolare e pentecostale, e la fine della Chiesa gerarchica. Pio IX non fu, contro le previsioni, l’ultimo Papa. Però fu, questo sì, l’ultimo Papa-Re. Dopo di lui la regalità insita nel pontificato divenne puramente virtuale; di fatto si svolse un processo di "spiritualizzazione", nel senso che alla parola danno i protestanti, della Monarchia romana, e nel contempo si sviluppò una prassi di svincolamento della Chiesa dallo Stato, con una esplicita affermazione di neutralità da parte del Pontefice nei confronti della lotta nel campo della società civile vedeva le repubbliche agnostiche e laicistiche opporsi alle monarchie cristiane, i popoli fattisi re schierarsi contro le prerogative dei sovrani ridotti al rango di semplici cittadini. Sembrò ad un certo punto - e molti cattolici fremettero dinanzi a questa conventio Christi ad Belial - che il successore di Pio IX convenisse con Mazzini nelle ostilità alle "razze regali" e nella fede in una provvidenziale affermazione di una nuova autorità. In effetti sotto Leone XIII il pensiero politico cattolico venne gradatamente instradato verso l’ultima trincea del diritto naturale, obliterando il diritto divino, o riducendo questo a quello. …L’idea di una monarchia tradizionale di diritto divino fu lasciata cadere, e subentrò l’ideale di uno Stato meramente profano, ridotto a routine amministrativa, il cui disinteresse assiologico permettesse al clero di farsi riconoscere come il portatore esclusivo dei valori trascendentali nella società civile. In questo modo l’energia numinosa insita nel potere, occultamente accumulatasi nell’interregno liberal- democratico, si scaricò in una direzione opposta a quella tradizionale cattolica, producendo l’instaurazione delle dittature carismatiche in luogo della restaurazione delle monarchie sacrali. Se guardiamo la storia ripete se stessa, pare sempre all’infinito, il tradizionalista vede sempre il bicchiere mezzo vuoto e, a chi piace distaccarsi da questa visione, l’opposto. Lo stare bene, la serenità d’animo potrebbero darci l’idea di chi possa avere ragione, ma dato che scaturisce o come un fiore che sboccia a l’improvviso o come cura e dedizione dell’avventuriero spirituale alla coltivazione e alla cura di questo ultimo aspetto, non ci resta che tirarci fuori dalle discussioni ed acquisire quanta più consapevolezza esistenziale ci è offerta in dono dalle Stelle ed osservare come il mondo degli uomini, che non si curano dell’anima, proceda. Ma, dato che abbiamo iniziato cantando con questo scritto, ci piace terminarlo pensando che la musica più idonea, per questo crescendo circolare, del ripetersi della storia, possa essere rappresentato dal Bolero di Ravel, dove piano piano, sempre in un crescendo musicale, uno strumento si unisce all’altro, ripetendo, all'unisono, la stessa frase musicale ...così - poi - fa l’uomo, o almeno pare, se al cielo non desidera mirare e conformarsi.  

(VIDEO) "La dissoluzione del nomos nel diritto, economia, politica e salute" - con Carlo Amirante

 

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 L'ASSOCIAZIONE #EUMESWIL​ è un’associazione culturale non-profit, sorta a Firenze e Vienna con lo scopo di studiare e diffondere l’opera, il pensiero e lo stile esistenziale di #ErnstJünger​.

L’Associazione si fonda su tre pilastri:

CULTURA - Intesa come coltivazione di sé.

TRADIZIONE - Come l'eredità spirituale dei nostri antenati.

RETTITUDINE - Come modo di essere e non di apparire.

Visita il Sito: Associazione Eumeswil

 

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