Il Giudeo Americanismo. Il problema dell'ora presente
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Dom, Mag

Il Giudeo Americanismo. Il problema dell'ora presente

Il senso della vita
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Il Giudeo Americanismo. Il problema dell'ora presente
Il Giudeo Americanismo. Il problema dell'ora presente

 

Il mistero colora e si colloca nelle vostre vite, si addensa nelle nostre esistenze, nell’aria che respiriamo, nei cibi che mangiamo, nella cultura della nostra epoca, nelle nostre amicizie, famiglie, cellule, fibra e terminazioni nersose.

Vi è un mistero dell’Ineffabile, del mondo Celeste, c’è un mistero del mondo infero e c’è il mistero dei misteri quello dell’uomo che consiste non solo di essere estraneo a se stesso, ma anche mutevole, imprevedibile, campato in aria e non si comprende come l'uomo non solo possa forgiare arte,ma anche produrre guerre, uccidere, assassinare, ferire!

All’inizio di un nuovo anno si parte con tante buone aspettative, prerogative su se stessi, si buttano via le cose vecchie e ci apriamo al nuovo! Il nuovo che molti ci presentano come miglioramento delle nostre esistenze e come nuova sfida per avere una vita stratosferica, rispettando l’ambiente e la nostra sicurezza costituita da avere sempre più spazi di comfort: Smart city, auto elettriche, bici, monopattini, 5G, un siero sicuro contro ogni male, se uno non dorme un sonnifero, se uno è depresso, poco sereno una bella pillolina della felicità e del buonumore! L’importante è essere green and online! Sempre! Naturalmente anche visibili! La visibilità è un altro must! In che modo? Su tutti i social! Certo perché a tutti interessa l’altro da guardare, naturalmente! Da aiutare…??? Ehm, ehm…

Ma si è il nuovo anno, siamo tutti buonisti… Ma in realtà per risolvere un problema, in passato, occorreva riconoscere di averlo e provare a trovare soluzioni adeguate e non a rimuoverlo ed arginarlo artificialmente!

Eumeswil nel 2014 si dedicò allo studio de: Il mistero dell’esistenza e nel 2015 pubblica l’Annale sul tema! L’articolo con cui si apre il numero è di Roger Scruton tradotto da Carlo Bagnoli e si intitola: Il mio incontro con il nulla. Non vi stiamo a riportare l’intero articolo anche se meriterebbe di essere letto per esteso, ma ci limiteremo alla parte finale, potete tirare un sospiro di sollievo! Stavolta vi è andata bene!

… Un "inesorabile processo" sta distruggendo Bruxelles, rimpiazzando un abitato umano, una volta il cuore di Bramante, con un vasto complesso di uffici, dove non abita nessuno. Le strade sono quasi deserte, a parte le macchine blue e i taxi che portano i palloni gonfiati in giro per la città, da una riunione a un’altra e da un ristorante all’altro. Le chiese sono pochissimo frequentate; la vita economica della città dipende dal lavoro a basso costo degli immigrati, accolti male perché considerati simboli del disordine globale che Bruxelles impone sul mondo. L’abbozzo della città rimane, perché Bruxelles è oramai soltanto l’abbozzo di una città, un raggruppamento di spazi segnati e posseduti da e scambiati fra società anonime americane e giapponesi.

Chi ha progettato questo? Chi ha deciso che le cose dovevano andare così? Chi ha dato gli ordini e con che diritto? C’è una sola risposta convincente: nessuno. È così con i "processi inesorabili". Per quanto si cerchi, non si riesce a trovare niente e nessuno a cui dare la colpa. Quella stessa cosa si trovava proprio in fondo a tutti i corridoi comunisti, si ritrova nei corridoi di Bruxelles: precisamente, nulla.

Heidegger ha scritto una frase che, seppur strana come tutte le altre sue frasi, suscitava commenti e il ridicolo nei salotti dei college di Oxford. Das Nichts nichtet: il nulla nulleggia. Ammetto che questa frase fornisce a malapena in significato ciò che manca in poesia. Però contiene una verità. È la verità di cui uno si sente circondato a Bruxelles, come una pioggia dolce che scompare: nulleggia, nulleggia, nulleggia, finché non rimane il nulla a parte il Nulla. Se non mi credete ora, aspettate e, fra qualche anno mi crederete. Sarebbe meglio, comunque, imparare la lezione ora: è meglio rendersi conto del nulla che, ancora una volta, sta crescendo nel cuore delle cose.

Nel video che vi presentiamo oggi vi è un accenno a questo nulla denominato con il suo termine proprio filosofico: nichilismo. Il video che vi presentiamo e la presentazione del libro da parte del suo stesso autore. Don Curzio Nitoglia ci parlerà de: Il Giudeo Americanismo. Il problema dell’ora presente. Collana La Dittatura delle Potenze Occulte edizioni EFFEDIEFFE 2022.

Due massime vi sono nel testo: "Erga Judaeos cauti vel humani esse dabeamus" [Verso i Giudei dobbiamo essere tanto prudenti quanto umani] Sant’Agobardo di Lione. Seconda massima "Perché una casa senza libri è come una fortezza senza armi".

Sul testo in questione dal retro di copertina: "Il giudaismo rabbinico non è - in senso stretto - una religione fatta di dogmi e morale, ma piuttosto una forma di vita o una pratica storico - "religiosa". Infatti essere ebreo significa far parte razzialmente del popolo d’Istraele, essendo figlio di madre ebrea; l’elemento secondario e non necessario del giudaismo attuale consiste nel riconoscersi- per chi lo vuole- nella storia (anche religiosa) del popolo ebraico. Il giudaismo rabbinico non è la religione mosaica o vetero- testamentaria, esso si fonda non Sull’Antico Testamento (Legge e Profeti) ma sul Talmud, secondo cui Israele è il popolo santo che deve salvare e dominare il mondo. A questo popolo Dio ha dato una terra che è santa non in sé stessa, ma solo in relazione al popolo eletto il quale la possiede in potenza o in atto. Il giudaismo rabbinico, quindi è essenzialmente e virtualmente sionista. La questione giudaico- americana consiste nel fatto che il Nuovo Mondo fu colonizzato, principalmente, da Olanda e Inghilterra e dai loro dissidenti religiosi o calvinisti estremisti e radicali. Essi si dicevano "lontani dalla Vecchia Europa", come Lutero si voleva "lontano da Roma", infatti per i calvinisti americani anche il protestantesimo classico o luteranesimo europeo (che ammetteva ancora la SS. Trinità e la divinità di Gesù Cristo) era intollerabile. I protestanti del Nuovo Mondo si presentavano come la "Nuova Gerusalemme". Infatti, calvinismo antitrinitario, massoneria e giudaismo sono le tre componenti principali dell’americanismo, come tale l’America (e il giudaismo, di cui gli USA sono la seconda "Terra Santa") è essenzialmente distinta dall’Europa. In effetti la filosofia americana è antimetafisica e quindi anti greco-romana, la politica è massonica e filo sionista. L’Europa rifiorirà solo se tornerà alle sue radici (metafisica greca, patristica e scolastica), ritrovando la sua vera identità culturale che non consiste nell’ imitare le mode americane le quali ci hanno invaso da mezzo secolo".

Con l’avanzare del Mondialismo (diretto dal Giudaismo talmudico e dagli Usa) il libro Giudeoamericanismo è sempre più attuale. Esso affronta due argomenti principali, per poi fonderli perfettamente. La prima parte dottrinale del libro ci illumina sulla natura del Giudaismo postbiblico, su quella del Talmud e inoltre ci fa capire meglio i rapporti reali che intercorrono tra Cristianesimo e Giudaismo anticristiano (che a partire dal Concilio Vaticano II sono completamente ribaltati).

La parte geopolitica mette in evidenza come il Nuovo Ordine Mondiale, dal 2019 sono a oggi, sia stato definitivamente installato come una Dittatura, o meglio una Tirannia su scala globale, in tutto l’universo mondo, tranne alcune "Patrie" (tipo la Russia) che cercano di resistere al Globalismo. Quindi il problema del momento presente è quello di acquisire delle idee chiare su queste due entità che dirigono il mondo: l’Americanismo e il suo padre, ossia il Giudaismo postbiblico. Il presente libro svolge questi due temi alla luce della divina Rivelazione, della tradizione apostolica e della retta filosofia perenne la quale permette di capire correttamente come il Puritanismo (che ha giocato in America il ruolo che la massoneria ha avuto in Europa a favore del giudaismo) e l’Ebraismo sionista siano coessenziali e tendano teologicamente al dominio del mondo. Come si vede il giudeo-americanismo è il vero e scatenante problema dell’ora presente: esso con l’attuale politica americana ci ha portati sull’orlo di un immane conflitto nucleare, che rischia di deflagrare a partire dalla situazione che si è venuta formando in Ucraina - Donbass nel gennaio 2022.

Don Curzio Nitoglia in questo appuntamento-video ci condurrà attraverso un discorso a livello generale del Suo libro, in un prossimo video si spingerà nei dettagli.

Noi da parte nostra continueremo l’esplorazione sul tema del nichilismo per cercare di comprendere di cosa si tratta e che rimedi "naturali" possano esservi per contrastarlo riportando solo qualche passo da Oltre la linea di Ernst Jünger che tratta in modo approfondito e a largo spettro questo tema oltre che in maniera eccelsa. Ci piacerebbe riportarvi l’intero testo, ma non è assolutamente possibile, vi riportiamo solo qualche breve passaggio. Evitiamo nostre interpretazioni come facciamo per tutti i testi perché reputiamo fondamentale l’incontro del lettore col libro e l’autore in questione perché si fondi un pensiero pensato pensante autonomo da parte del lettore e non mosso da interpretazione esterna. Crediamo che ognuno debba avere il proprio punto di vista germinato e maturato in maniera indipendente, ma ci rendiamo disponibili per letture di gruppo e conversare sul libro e sui libri per chi fosse interessato! A questo punto diviene analisi di un testo già maturato in maniera privata e personale. Il testo tedesco vede la luce nel 1950 come regalo di compleanno per Martin Heidegger. Cinque anni dopo Heidegger raccolse la sfida di Jünger e rispose con altro saggio essenziale nella sua opera: La questione dell’essere.

Leggere "Oltre la linea", "Il trattato del Ribelle" "Al muro del Tempo" possono essere illuminanti per comprendere filosoficamente come ci troviamo interiormente, perché, e cosa poter fare… Ora solo qualche input:

Nei passaggi iniziali della Volontà di potenza Nietzsche definisce se stesso come "il primo perfetto nichilista d’Europa, che però ha già vissuto in sé fino in fondo il nichilismo stesso - che lo ha dietro di sé, sotto di sé, fuori di sé".

Subìto dopo egli osserva che nella sua opera si annuncerebbe già un contromovimento che "in un qualche futuro" prenderà il posto di quel perfetto nichilismo, benché lo presupponga come sua necessaria premessa.

Anche se dal loro concepimento sono passati più di sessant’anni, questi pensieri continuano ad agire su di noi come uno stimolo, come proposizioni che hanno a che fare con il nostro destino. Nel frattempo si sono riempiti di sostanza, di vita vissuta, di azioni e di dolori. L’avventura intellettuale ha trovato conferma e si è replicata nella realtà. Se rivolgiamo lo sguardo a quella dichiarazione dal punto di vista a cui ci siamo innalzati, sembra che in essa si esprima un ottimismo sconosciuto ad osservatori successivi. Il nichilismo non è visto come conclusione, ma piuttosto come fase di un processo spirituale che lo comprende in sé; una fase che non solo la civiltà nel suo corso storico, ma anche l’individuo nella sua esistenza personale può superare ed esaurire in se medesimo, o magari coprire di nuova pelle come una cicatrice… Anche per Dostoevsky la prognosi è ottimistica: egli non vede nel nichilismo la fase ultima, mortale, ma anzi lo ritiene guaribile e, precisamente, guaribile attraverso il dolore. Il destino di Raskol’nikov fa vedere, prefigurandola, la grande trasformazione che coinvolgerà milioni di uomini. Anche qui si ha l’impressione che il nichilismo sia concepito come fase necessaria all’interno di un movimento orientato a scopi ben precisi.

In ogni giudizio sulla situazione, in tutti i dialoghi e i monologhi che abbiano ad oggetto il futuro, si impone perciò subito la domanda a quali punti sia arrivato, intanto, questo movimento. È ovvio che la risposta, comunque la si voglia formulare e sostenere, sarà sempre controversa. Il motivo è che essa dipende più dalla disposizione e dalle aspettative nei confronti della vita in genere che dallo stato reale dei fatti. Proprio questo tuttavia le conferisce per altri aspetti una diversa e più cogente significatività. L’ottimismo, come accade per il pessimismo, di questa risposta, si abbarbica, è vero, alle prove, ma non si fonda su di esse. Si tratta di ordini diversi; ciò che conferisce forza di persuasione all’ottimismo è la profondità, alla prova è la chiarezza. L’ottimismo può raggiungere strati in cui il futuro, ancora assopito, viene fecondato. In tal caso lo si incontra come un sapere che raggiunge profondità maggiori che non la forza dei fatti - che addirittura può suscitarli. Il suo fulcro è più nel carattere che nel mondo. Un ottimismo fondato su queste basi va apprezzato in se stesso, dal momento che proprio la volontà, la speranza e la stessa prospettiva futura devono dare a chi lo professa la forza di resistere nel mutevole corso della storia e dei suoi pericoli. Molte cose dipendono da questo…

…In ogni crescita del movimento ha luogo una riduzione. Proprio come accade in natura per i ricchi giacimenti e filoni, anche la quiete viene demolita è trasformata senza residui in movimento.

Ma la libertà non abita nel vuoto, essa dimora piuttosto nel disordinato e nell’indifferenziato, in quei territori che sono, si, organizzabili ma che non appartengono all’organizzazione. Vogliamo chiamarli "la terra selvaggia" (die Wildnis); la terra selvaggia è lo spazio del quale l’uomo può sperare non solo di condurre la lotta, ma anche di vincere. Non è più naturalmente una terra selvaggia di tipo romantico. È il terreno primordiale della sua esistenza, la boscaglia da cui egli un giorno irromperà come un leone.

Anche nei nostri deserti ci sono infatti oasi nelle quali fiorisce la terra selvaggia. Isaia lo capì in analoghi tempi cruciali. Sono i giardini ai quali il Leviatano non ha accesso, intorno ai quali si aggira con rabbia. È innanzi tutto la morte. Mai come oggi gli uomini che non temono la morte sono infinitamente superiori anche al più forte potere temporale. Per questo la paura deve essere propagata ininterrottamente. I tiranni vivono costantemente nella tremenda convinzione che a poter uscire dallo stato di paura siano in molti, non solo alcuni individui singoli, il che significherebbe con certezza la loro caduta. Questo è anche il vero motivo del loro rancore contro ogni dottrina del trascendente. Li infatti si cela il massimo pericolo: che l’uomo non abbia più paura. Ci sono luoghi sulla terra nei quali già si perseguita la parola "metafisica" come eresia. È chiaro che ogni culto degli eroi e di ogni grande figura umana possa essere, lì, trascinato nella polvere.

La seconda potenza fondamentale è l’eros; quando due persone si amano, sottraggono terreno al Leviatano, creano spazi che egli non controlla. L’eros trionferà sempre, come vero messaggero degli dei, su tutte le creazioni titaniche. Non ci si sbaglierà mai stando dalla sua parte…

L’eros vive anche nell’amicizia, che di fronte alla tirannia affronta le prove estreme. Qui, come l’oro nel crogiolo, essa viene purificata è messa alla prova…

La libertà è profondamente connessa con la via dell’arte, che giunge a fioritura là dove la libertà interiore è felicemente associata a quella esteriore…

L’accusa di nichilismo è oggi tra le più diffuse, tra quelle che più che più volentieri vengono rivolte all’avversario. È probabile che tutti abbiano ragione. Dovremmo perciò farci carico di quest’accusa, anziché attardarci tra coloro che sono incessantemente alla ricerca di colpevoli. Chi non ha sperimentato su di sé l’enorme potenza del niente e non ne ha subito la tentazione conosce ben poco la nostra epoca. Il proprio petto: qui sta, come un tempio nella Tebaide, il centro di ogni deserto e rovina. Qui sta la caverna verso cui spingono i demoni. Qui ognuno, di qualunque condizione e rango, conduce da solo e in prima persona la sua lotta, e con la sua vittoria il mondo cambia. Se egli ha la meglio, il niente si ritirerà in se stesso, abbandonando sulla riva i tesori che le sue onde avevano sommerso. Essi compenseranno i sacrifici.

Ed ora per concludere il nostro lungo scritto da Al muro del tempo. Ernst Jünger 1981: La terra ha spesso tratto dal suo fondo originario nuove forme. Se ora a tal fine si serve dell’uomo, del suo figlio più intelligente, grande è il pericolo che nascano forme prometeiche, con il loro destino. E il pericolo cresce nello spazio privo di dei - uno fra i presupposti, questo, di una grande trasmutazione di forme.

Vano compagno della terra non è l’intelletto con i suoi piani titanici, bensì lo spirito come potenza cosmica. Perciò in tutte le riflessioni sugli eventi del nostro tempo una parte rilevante tocca alla speranza, più o meno espressa, che forze spirituali superiori tengano a freno il potente movimento e se ne impadroniscano beneficamente.

In tale contesto, di continuo ci si imbatte in uno dei maggiori spiriti profetici dell’Occidente, Gioacchino da Fiore, e nella sua dottrina delle età del mondo. Gioacchino da Fiore visse tra il 1130 e il 1202. Le sue predizioni hanno esercitato notevole influenza su sistemi teologici e di filosofia della storia, fino a quello di Spengler. Alle due grandi età del Padre e del Figlio - questo il suo pensiero - deve seguirne una terza, nella quale lo Spirito opera sul divenire del mondo in quanto nuova e diretta manifestazione della divinità. Solo dopo questa terza fase, annunciata da grandi sconvolgimenti, verrà la fine del mondo. Secondo la dottrina gioachimita delle tre epoche l’initiatio di una età comincia già diverse generazioni prima: così, l’età dello spirito comincia con la nascita degli ordini monastici occidentali. Nella prima fase della trilogia le cose avvengono carnaliter, nelle seconde literaliter, nella terza spiritualiter. Per la prima parte vale l’Antico Testamento, per la seconda il Nuovo Testamento, mentre per la terza fase manca un Vangelo scritto. Nel nostro contesto, in luogo di literaliter si potrebbe utilizzare il termine "storico".

Una nuova fase del cristianesimo venne preannunciata anche da Schubart, disperso in Russia durante l’ultima guerra. Nel suo libro L’Europa e l’anima dell’Occidente egli sviluppa l’idea che la Chiesa d’Oriente produrrà un terzo cristianesimo, un cristianesimo giovanneo. Nell’Apocalissi di Giovanni un Terzo Testamento, con l’ immagine di una nuova terra, viene delineandosi. Alla Russia dovrebbe toccare una parte di rilievo; i nomi di martiri ignoti splenderanno come stelle nell’oscurità.

Anche gli astrologi sono convinti che sta per iniziare una nuova epoca spirituale. A loro giudizio, l’età del Padre è sotto il segno dell’Ariete, quella del Figlio sotto il segno dei Pesci, mentre sotto il segno dell’Aquario, nel quale saremmo ora entrati, ha inizio una grande epoca dello Spirito. L’illuminismo la precedette quale alba.

Anche l’ottimismo del progresso, indipendentemente dalle sue coloriture tecnico- scientifiche, politico-economiche o morali e filantropiche, ritiene che le preoccupazioni da cui siamo afflitti abbiano un tempo stabilito e che i nostri problemi saranno risolti su scala planetaria dalla ragione e dalla civiltà.

Qui dobbiamo ripetere quanto già scrivemmo nel libro Oltre la linea, ossia che l’ottimismo, in sé, è cosa grande. È un evidente sintomo di salute ed è tanto più meritorio quanto più distintamente vede il pericolo. In ogni caso, la speranza conduce più lontano della paura.

Numerosi sono i punti di vista spirituali e pratici cui è comune l’ottimismo. Quand’anche non se ne condividesse nessuno, il tratto comune conforta: lascia supporre che si indirizzi verso un comune elemento. In esso siamo fratelli. E, se non ci rassegniamo, anche la nostra Madre Terra non ci abbandonerà.

(VIDEO) "Il Giudeo Americanismo. Il problema dell'ora presente." Con Don Curzio Nitoglia

 

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L’Associazione si fonda su tre pilastri:

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